Intervista al Consigliere delegato di Mostra d’Oltremare Giuseppe Oliviero (Fonte Il Mattino del 5 Maggio 2017).

Giuseppe Oliviero, consigliere dele­gato dell’Ente Mostra d’Oltremare, è al centro della polemica sul futuro di Comicon che, nonostante il suc­cesso dell’edizione appena chiusa, potrebbe lasciare la grande struttura di Fuorigrotta o addirittura Napo­li. Costi troppo alti per il fitto. Ma Oli­viero prova ribaltare la prospettiva
Gli organizzatori di Comicon minacciano di lasciare la Mostra d’Oltremare perché è stato chiesto loro un aumento de160 per cento. Come si giustifica questo aumento?
«L’aumento non è assolutamente di queste dimensioni. Ho qui davanti le cifre».
Ce le legga, allora.
«Nel 2016, Comicon ha pagato 166mila euro per 9mila metri quadri. Nel 2017, 195mila euro per circa 12mila metri quadri. !.’aumento è a stento del 20 percento. Con tremila metri in più. In sostanza, sono passati da 0,95 a metro quadro a 1,39. Nel contratto triennale nel 2019 sianivaa2A0miln euro (1,71 euro a metro quadro). Cifre alla mano, l’aumento del 60 per cento non ci sarà nemmeno fra tre anni. E consideri che sono entrati alla Mostra ne 2010 pagando 3,30 euri a metro quadro».
Vuole dire che gli avete fatto uno sconto?
«Prima pagavano di più a metro quadro, certo».
Equina, secondo del, da dono nasce questa contestazione?
«Ci sono vari motivi. Ma il principale è assolutamente strumentale, perché un evento che fa 130 mila visitatori dovrebbe rendere tutti contenti, a prescindere».
Non sono mica scontenti del numero dei visitatori che hanno portato.
«Le offerte di rassegne come Comicon è ottima. E’ un gruppo di giovani sul quale abbiamo investito e sul quale intendiamo investire ancora. Ma se viene tanta gente è anche perché la Mostra offre delle garanzie. Ci si arriva facilmente, ci si gode In rassegna in tranquillità. E un parco pubblico del quale, di fatto, al di là dei padiglioni che Comicon paga, si usufruisce di ben 20 ettari. Si fanno questi numeri perché Ia Mostra è bella, sebbene viva una serie di difficoltà per la mancanza di una seria manutenzione, fin da quando è stata costruita nel 1940. E la location ideale per Comicon».
Gli organizzatori di Comicon puntano il dito anche sui servizi che non erano all’altezza, ragnatele, assenza di wi-fi. Non hanno ragione di lamentarsi?
«I servizi di cui lamentano l’assenza non li hanno comprati».
Quali servizi?
«L’aria condizionata, per esempio. Per i servizi igienici si sono rivolti altri. Secondo me, alle loro spalle c’è un suggeritore».
Addirittura? Che tipo di suggeritore?
«Qualcun che in passato ha avuto rapporti con la Mostra d’Oltremare che li mette sulla cattiva strada. Altrimenti non me lo spiego».
Bè, può essere più chiaro
«Non posso dire più di quel che ho detto. Hanno collaborazioni, rapporti con partner che li consigliano male. ll direttore di Comicon, Claudio Curcio, sa che la porta è sempre aperta. Li abbiamo aiutati anche quando hanno avuto problemi di concessioni con la polizia municipale».
Gli organizzatori di Comicon non sono i primi a lamentarsi dei servizi offerti dalla Mostra
«Anche Angioletto De Negri (amministratore unico di Progecta ndr.), che organza da noi sei eventi, è tra coloro che si lamentano. Certo, abbiamo delle difficoltà. Non faccio fatica ad ammetterlo».
Che tipo di difficoltà?
«Proprio ai padiglioni Sono la parte della Mostra che non è rientrata nel grande progetto di recupero. Sono tutti soggetti al vincolo della Sovrintendenza. Per metterla a posto servono 20 milioni Nonostante questo, per la manutenzione dell’intero parco spendiamo circa un milione all’anno. Abbiamo ereditato una struttura vecchia, sulla quale stiamo facendo degli interventi».
Quali sono le zone che avrebbero bisogno di maggiori interventi?
«Ad oggi l’unica parte che resta fuori dal grande progetto è proprio quella f eristica, dei padiglioni».
Ed è quella che I visitatori vedono quando ci sono le rassegne e le fiere.
«Purtroppo si. Ma facciamo grandi sforzi. Io stesso ho fatto nottate perché durante un congresso si sono bloccati i condizionatori. La fortuna è che sono saltati di sera e durante la notte abbiamo rimediavo».
Era un servizio che fornivate voi?
«5i, ma anche se non fosse stato così saremmo intervenuti lo stesso. Non si può fare un congresso e non avere l’aria condizionata».
Il sindaco Luigi de Magistris, ha detto che Continui non se ne andrà da Napoli.
«Ma noi vogliamo non solo che Camion non abbandoni Napoli, ma che restino all’interno della Mostra, perché è la sede naturale. Comicon è cresciuta dentro la Mostra, si è radicata qui. È un connubio che va molto bene. Poi, massima apertura a sedersi a un tavolo e trovare i modi per migliorare la qualità dei servizi e degli spazi purché ci si liberi dalla pregiudiziale di pagare pieno. I costi sono quelli. Si lamentano dei 190 mila euro? La rassegna stacca 130nmila biglietti. Non voglio stare a giudicare i ricavi perché sono abituato a fare i conti nella mia tasca e non in quella degli altri ma se il problema sono i costi degli spazi devo pensare che c’è un piano imprenditoriale un po’ traballante. Non è il 10 per cento del costo delle strutture che inficia un lavoro di queste dimensioni. Se poi si vuole fare il mecenate non si possono scaricare i costi sulla Mostra o sulla città. Resteranno qua e troveremo un accordo che soddisferà entrambi».
Ha sentito anche l’assessore alla Cultura, Nino Daniele?
«Non ancora. Ma bene ha fatto a tranquillizzare tutti e annunciare che ci sarà impegno per Comicon. Poi se si vogliono tenere aperte polemiche non si va avanti».
Quali polemiche, oltre i costi?
«C’è la polemica con De Negri sul nascente consorzio di organizzatori con il quale trattare. Ma si stanno già rompendo tra di loro perché c’è chi ha finanziamenti pubblici e chi no. De Negri vorrebbe costituire questo consorzio per chiedere un posto in CdA. Allora si capisce che gli attacchi arrivano perché siamo in fase di rinnovo».
La Mostra gestirà anche la Scandone. Entro quanto tempo sarà disponibile per i cittadini?
«Stiamo preparando un progetto di gestione interna. Ci sono lavori urgenti e ingenti, perché l’abbiamo ricevuta in uno stato disastroso. Ma contiamo di aprirla al pubblico per l’estate. Al massimo a settembre».

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